Vendere con affitto con riscatto, come funziona e quali sono i vantaggi Pagina Facebook Voce di Strada Profilo Twitter Voce di Strada

L’affitto con riscatto è una soluzione di cui si sente parlare spesso quando si sta cercando casa, perchè è un modo conveniente di pagare a rate senza dover chiedere un mutuo. Le rate coprono sia l’affitto che l’acquisto della casa, e alla scadenza del contratto si può diventare proprietari dell’immobile.

Ma cosa significa per chi vuole vendere? In questo articolo esploreremo in dettaglio quali sono i passi da compiere per il venditore e quali sono i pro e i contro di questa soluzione.

Affidarsi ad un agenzia immobiliare

I passi da seguire per vendere con affitto con riscatto sono gli stessi di una vendita normale e il modo più veloce di valutare e pubblicizzare l’immobile è tramite un’agenzia immobiliare. Sul territorio campano presto aprirà l’agenzia immobiliare RockAgent, che ha già fatto parlare di sé nel resto d’Italia per il modello innovativo di servizi che propone. ll servizio di valutazione casa di RockAgent è gratuito: compilando un form sul loro sito web, si verrà contattati da un consulente di zona per una valutazione dell’immobile entro 24 ore. Inoltre, RockAgent offre tutti i servizi per la pubblicità sui maggiori portali immobiliari, compreso un servizio fotografico e un virtual tour. 

Come funziona l’affitto a riscatto

Per chi vuole vendere con questa modalità è necessario informarsi sulle condizioni contrattuali e sulle diverse opzioni per entrambi le parti.

L’affitto con riscatto, conosciuto anche come “rent to own” in inglese, è un tipo di contratto che consente ai venditori di affittare un immobile per un periodo di tempo prestabilito, con l’opzione per il locatario di diventare il proprietario finale.

Il funzionamento dell’affitto con riscatto dipende dalle specifiche contrattuali, ma di solito il locatario paga una quota mensile, come in un normale contratto di affitto, ma parte di questo viene destinato a un fondo di risparmio o acconto per l’acquisto dell’immobile. Alla fine del contratto, il locatario ha l’opzione di acquistare l’immobile al prezzo concordato, utilizzando il fondo accumulato come acconto.

L’affitto a riscatto secondo la Legge

Il DL 133 del 2014, comunemente indicato come decreto Sblocca Italia, è la normativa che regola questa modalità. In particolare, l’articolo 23 elenca le opzioni disponibili e l’obbligo di trascrizione nei registri immobiliari. 

La durata del contratto ha un limite temporale massimo di 10 anni, a differenza del normale contratto preliminare di acquisto.

Se l’inquilino risulta inadempiente al pagamento dell’affitto per un certo numero di mesi, la legge consente al venditore di risolvere il contratto prima della scadenza.

Le condizioni possono variare e la soluzione più comune è quella con opzione di futuro acquisto, in cui il locatario ha diritto finale di acquisto. In questo caso il canone d’affitto è più alto perché include una somma a titolo di acconto sul prezzo finale.

Esiste anche la possibilità di vendita con preliminare, nel quale il contratto di affitto sarà distinto da quello preliminare di vendita. In questo caso ci può essere il vincolo al trasferimento del bene oppure la libera scelta del locatario di rinunciare al riscatto.

Pro e contro dell’affitto con riscatto

L’affitto con riscatto può rappresentare un’opzione interessante per chi non trova acquirenti disposti a pagare il prezzo richiesto per intero, oppure per chi vuole offrire l’opportunità di acquistare anche a chi non ha disponibilità economica e non ha garanzie per chiedere un mutuo.

Il venditore rimane proprietario della casa fino alla fine del contratto, percepisce una rata di affitto più alta e può concordare il prezzo finale in anticipo, proteggendosi da un eventuale mercato al ribasso. 

Tuttavia continuerà ad essere proprietario del bene per tutta la durata del contratto e dovrà quindi provvedere al pagamento delle imposte sugli immobili, come IMU e TASI, nonché alla manutenzione straordinaria. 

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