Roccadaspide. Ha aperto i battenti lo scorso mese di novembre per fornire un nuovo servizio al comprensorio. L’ospedale di comunità però qualche dubbio, sulle modalità decise dalla direzione dell’Asl Salerno relativamente alla richiesta del 118 per le emergenze, lo solleva.
La struttura sanitaria è collocata al terzo piano dell’ospedale civile. Questo va precisato per capire le dinamiche del servizio. In buona sostanza, insiste all’interno dello stesso presidio ospedaliero. Ma che succede se si verifica un’emergenza per uno dei pazienti dell’ospedale di comunità ?
I sanitari devono contattare il 118 per un’eventuale emergenza nonostante la struttura insiste nell’ospedale dotato di un pronto soccorso.
Stando alle linee guida disposte dall’Asl Salerno, gli operatori sanitari devono contattare il 118. I soccorritori devono intervenire per prelevare il paziente al terzo piano e trasferirlo, ad esempio, in Utic nel reparto di cardiologia situato al primo piano dello stesso presidio ospedaliero. In base a quanto dispone il pronto soccorso dopo aver valutato il caso. L’ultimo caso è successo ieri. Per una paziente, a causa di problematiche di tipo cardiologico, è stato necessario, come disposto dal protocollo, contattare il 118. L’ambulanza più vicina si trova al presidio di Bellosguardo altrimenti viene allertata quella di Capaccio. L’intervento sarebbe stato richiesto poco dopo le 15: la paziente è arrivata in Utic circa tre ore dopo. Se ci fosse stato un attacco cardiaco in corso il tempo trascorso non avrebbe probabilmente consentito di salvare la donna.
Una modalità, che sembra davvero un paradosso in termini di spreco di risorse e di tempi di intervento di certo più lunghi
Effettuati gli accertamenti in Utic, non è stato necessario il ricovero, e la donna è stata riaccompagnata presso l’ospedale di comunità. Non sarebbe stato molto più facile accompagnare la donna in Utic dal terzo al secondo piano? E non occupare gli operatori del 118 per ore rimanendo scoperto il servizio di emergenza in quell’arco temporale ? . Una procedura che forse sarebbe il caso di rivedere per garantire un servizio sanitario più efficiente e ottimale. Allo stato presso la struttura sono ricoverati cinque pazienti.
La struttura è gestita dai medici di famiglia aderenti all’Aggregazione funzionale territoriale dei Comuni della Valle del Calore, presieduta da Luigi D’Amato, e dall’Aft coordinata da Enzo Sica, che comprende i Comuni di Capaccio Paestum, Albanella, Giungano, Monteforte e Trentinara. Presso l’ospedale di comunità operano 6 infermieri, per garantire i turni, e 9 operatori socio sanitari. Poi ci sono i medici di base, ben 34.
Come sono organizzate le attività?
I medici sono presenti in struttura, su turnazione, dalle 8 alle 14, mentre di pomeriggio sarà garantita la reperibilità telefonica. Nelle ore notturne l’assistenza è garantita dal servizio di continuità assistenziale, mentre per l’emergenza si fa affidamento al servizio del 118. L’ospedale di comunità rocchese, con 20 posti letto, si inserisce nella fascia intermedia tra ospedale e assistenza domiciliare.
Gli interventi realizzati per la realizzazione dell’ospedale di comunità
Per riqualificare il piano che ospita attualmente l’ospedale di comunità sono stati impiegati oltre un milione di euro. Tra le opere realizzate un’area accoglienza con soggiorni e servizi igienici, spogliatoi per il personale maschile e femminile, stanze per i medici. Oltre a una stanza per attività psico-motoria, soggiorno, sette stanze degenza con servizi igienici, un locale lavoro assistenza, una stanza dedicata allo sporco, una cucina con servizi igienici, locale medicazione, deposito, un’infermeria, due ambulatori medici, un locale per il pulito ed i servizi igienici pubblici. Nell’ospedale di comunità vengono ricoverati pazienti, che hanno terminato il ciclo di cure, ma impossibilitati a tornare a casa per questioni sanitarie o sociali e che necessitano di ulteriore accudimento da parte del personale presente in struttura. Si accede su richiesta del medico di base, o tramite struttura ospedaliera ma sempre su indicazione del medico di base. Non si eseguono accertamenti, ma si completano solo i cicli di cure.