Pontecagnano Faiano. Sono 110 i trattori che, domattina, partiranno in marcia da Pontecagnano Faiano alla volta di Salerno. I mezzi agricoli raggiungeranno piazza della Concordia, dove è stato installato un palco per consentire la manifestazione a seguito della protesta avviata la scorsa settimana. Sullo stesso, si avvicenderanno i rappresentanti degli agricoltori, che faranno sentire la propria voce, e la parte politico-istituzionale per avviare un dialogo e mettere le basi per un proficuo confronto.
UNA DELIBERA ADOTTATA DAI COMUNI A SOSTEGNO DEGLI AGRICOLTORI
In questi giorni, gli agricoltori hanno raccolto il sostegno anche della parte politica del comprensorio: nel corso dell’ultimo consiglio comunale di Eboli, infatti, è stato adottata una delibera a sostegno della loro lotta. La stessa è stata poi inoltrata ad Anci, Regione Campania, Ministero delle Politiche agricole e alla Commissione europea, come base per la revisione delle politiche nazionali ed europee che stanno penalizzando il settore. I rappresentanti istituzionali presenti hanno assicurato non solo l’adozione della medesima delibera nei rispettivi consigli comunali, ma anche la partecipazione alla protesta di domani. Alla riunione erano presenti, oltre al sindaco di Eboli, Mario Conte, e l’amministrazione ebolitana, anche i sindaci Biagio Luongo ( Campagna), Domenico Volpe (Bellizzi), Francesco Cembalo (Altavilla Silentina), Carmine Cennamo (Postiglione), Alessandro Chiola (Montecorvino Pugliano), Marta Pizzarelli assessore delegato (Serre), Marianna Ulturale assessore delegato (Giffoni Valle Piana ), Mauro Sangiovanni assessore delegato (Battipaglia). Con loro i consiglieri regionali Aurelio Tommasetti e Andrea Volpe.
L’ente comunale di Eboli ha deciso non solo di sostenere la mobilitazione, ma di costituire anche un tavolo permanente con gli agricoltori per un confronto con la Regione Campania, il Governo nazionale e le istituzioni europee. Il Comune, pertanto, ha fatto voti alla Regione Campania, al Parlamento, al Governo nazionale e alle istituzioni europee affinché venga ridata dignità al comparto agricolo, quale settore strategico e fondamentale delle politiche economiche e finanziarie dei Paesi dell’Unione europea.
L’obiettivo è che assumano i provvedimenti auspicati a sostegno delle imprese agricole: sgravi fiscali, agevolazioni dei costi energetici, indennità per calamità naturali, tutela dei prodotti Made in Italy e della Dieta mediterranea. Le rivendicazioni comuni degli agricoltori riguardano esattamente redditi e aiuti più alti, un no ai rigidi paletti del Green Deal per non rendere il settore agricolo europeo meno competitivo rispetto alle importazioni, maggiori tutele dagli eventi climatici estremi, dal caro energia, dalle epidemie e dalla concorrenza sleale, che favorisce l’invasione sul mercato europeo di prodotti con standard dubbi e a prezzi più bassi.
LE RICHIESTE DEGLI AGRICOLTORI
Nello specifico gli agricoltori della Piana Del Sele evidenziano:
- la filiera dell’agricoltura è ormai in mano ai mercati finanziari e gli agricoltori , a causa di questo sistema economico, lavorano in perdita, mentre aumentano le speculazioni da parte delle imprese della grande distribuzione;
- la continua importazione di prodotti provenienti da Paesi che non hanno gli stessicosti del lavoro e non rispettano le medesime normative fitosanitarie italiane sta causando il crollo sui mercati dei prodotti agricoli italiani, oltre alla diffusione di alimenti meno salutari e qualitativamente inferiori;
- l’obbligo, previsto dalla Politica Agricola Comune (PAC), di tenere a riposo il 4% dei terreni come condizione per poter accedere ai contributi comunitari e, nonostante, la deroga a tale obbligo nel 2023 e quella preannunciata dall’Unione Europea per il 2024, gli agricoltori sono estremamente preoccupati per la tenuta economica delle loro aziende per il prossimo futuro;
- la produzione e commercializzazione di farina di insetti e carne coltivata in laboratorio, costituisce certamente una minaccia reale ai prodotti agricoli “MADE IN ITALY”, oltre a creare concorrenza sleale;
- l’aumento dei costi dell’energia e dei carburanti ha reso il lavoro dei campi non più sostenibile, portando al fallimento migliaia di aziende agricole;
- l’enorme forbice che c’è tra quanto viene pagato ai produttori e il prezzo dei prodotti venduti al dettaglio, da rendere necessariauna legislazione europea che tuteli il valore lungo tutta la filiera e possa garantire una giusta redditività anche per mantenere quella qualità del prodotto italiano da tutti riconosciuta .