Capaccio Paestum. Capaccio Paestum. Il 31 dicembre del 2023 le concessioni balneari scadranno per una riassegnazione, tramite bando, effettuata con nuovi criteri. L’ipotesi sta suscitando le proteste dei balneari che, nei giorni scorsi, hanno anche manifestato a Roma.
A Salerno e provincia la riforma riguarderà circa 250/300 concessionari. A Capaccio Paestum, lungo i circa 13 chilometri di costa, sono dislocati quasi una cinquantina di stabilimenti balneari. ” Quello che sappiamo – dichiara Alberto Pannulo del lido California – è che abbiamo investito su questo territorio e ora potremmo trovarci con un pugno di mosche in mano, se non una buonuscita che verrà stimata da un perito. Un futuro non di certo roseo se si pensa alle tante persone che, in virtù delle assegnazioni fatte lo scorso anno fino al 2033, hanno progettato in grande e già iniziato a investire per la realizzazione di nuovi progetti. Non che la situazione per gli altri cambi: dopo due anni di pandemia, con la situazione attuale fortemente incerta, ci troviamo a spendere per il terzo anno di fila circa 7.000 euro solo per riaprire i lidi che poi, tra due anni, potremmo non gestire più. E come recuperiamo quello che abbiamo speso?”. E sulle tempistiche delle concessioni Mauro Gnazzo, titolare del lido “Il Girasole” precisa: “Se accorciamo di tanto i tempi relativi alle concessioni, allora chi investirà più in servizi di qualità, sapendo che, probabilmente, non c’è il tempo per recuperare gli investimenti fatti?”.
I balneari a gran voce chiedono delle “correzioni” della Riforma. “ Sono tanti gli imprenditori che lo scorso anno hanno avviato nuovi progetti per i lidi e acceso mutui. La concessione – evidenzia Ruggiero Marino del Molo Sirena – potrebbe estinguersi tra due anni, ma il mutuo chi lo pagherà? Dove finiranno tutti i sacrifici che abbiamo fatto in questi anni?. Come si può frenare l’arrivo sul territorio di persone, che non hanno interesse a gestire le concessioni nel modo in cui oggi le gestiamo noi?. A Paestum i privati svolgono un servizio a tutti gli effetti pubblico, sopperendo alle mancanze che ci sono sulle spiagge libere, dal servizio salvataggio all’uso della toilette per i bagnanti. E se sul territorio arrivassero le multinazionali, i grandi imprenditori esteri?, Sarà ancora così la gestione o prevarranno interessi e business ?. Concessioni oltretutto vincolate alle tempistiche della concessione. Una situazione simile comporterebbe soltanto una perdita in termini di servizi e di personale, che potrebbe trovarsi senza lavoro dopo un tot di tempo, e di investimenti incentrati a far crescere Capaccio Paestum, che si tramuterebbero in speculazioni per ingrossare le tasche dei già ricchi imprenditori che si accaparrerebbero i territori. Per non parlare dei ricorsi – conclude – che fioccherebbero contro una decisione del genere: si arriverebbe alla paralisi totale del settore. Quale imprenditore, con un futuro simile, dormirebbe la notte? Di certo, tutto questo non è quello che speriamo per i nostri figli”.
Nuove regole per la concessione del demanio marittimo
Il Consiglio dei ministri ha approvato, infatti l’emendamento con le nuove regole, che entrerà nel ddl Concorrenza, così come il disegno di legge che delega il Governo a presentare, entro sei mesi, la riforma di tutte le concessioni balneari rivedendo i canoni annui anche in base al pregio delle spiagge.
Il Consiglio di Stato già lo scorso anno aveva annullato la proroga al 31 dicembre 2033, anticipandola di 10 anni. Il Consiglio dei ministri ha mantenuto lo stesso termine e quindi le concessioni “continuano ad avere efficacia sino al termine previsto dal relativo titolo e comunque fino al 31 dicembre 2023 se il termine previsto è anteriore a tale data“. La durata non sarà “superiore a quanto necessario per garantire al concessionario l’ammortamento e l’equa remunerazione degli investimenti autorizzati” e va determinata “in ragione dell’entità e della rilevanza economica delle opere da realizzare, con divieto espresso di proroghe e rinnovi anche automatici“.
Dal 2024, dunque alle gare potranno partecipare davvero tutti e per la concessione verrà valutata una serie di criteri: qualità dei servizi offerti, facilità di accesso per i disabili, impatto ambientale e attrezzature proproste (preferite quelle non fisse e completamente amovibili). È prevista una sorta di prelazione per i soggetti che, nei cinque anni precedenti, hanno avuto la concessione balneare come unica fonte di reddito, un numero di concessioni massimo per ogni singolo concessionario e un indennizzo per il concessionario uscente a carico di quello entrante.