Campagna. 26 anni per riuscire ad ottenere il risarcimento danni per un infortunio avvenuto nella sala mensa della scuola media. Quello che all’epoca era solo un bambino oggi è un adulto. E, il risarcimento ( o quantomeno parte di esso) ancora non è stato ottenuto.
E’ l’incredibile storia accaduta nel febbraio del 2006. Un lunghissimo procedimento giudiziario che vede coinvolto il Comune, al quale va precisato non è stata riconosciuta nessuna responsabilità nell’accaduto sia in Primo Grado che in Appello. Allo stato si è arrivati al ricorso in Cassazione presentato da una delle persone ritenute responsabili e condannata al risarcimento dei danni.
L’inizio del procedimento nel 2006
Il procedimento davanti ai giudici inizia quando allo studente della scuola media fu servita in mensa una bottiglia contenente solvente scambiata per acqua. All’epoca alla luce anche delle conseguenze per lo studente i genitori avviarono un’azione legale chiedendo un risarcimento di circa 60.000 nei confronti del Comune, di chi gestiva la mensa e di chi materialmente aveva somministrato la bottiglia.
Per quella vicenda sono stati riconosciuti alcuni responsabili condannati al risarcimento dei danni. Il Comune, diretto dal sindaco Roberto Monaco, non è stato ritenuto responsabile. Uno dei condannati a pagare ha proceduto con un ulteriore ricorso in Cassazione per l’annullamento della sentenza della Corte di Appello di Salerno che lo condannava al risarcimento dei danni. Pende attualmente il giudizio di Cassazione. A quanto sembra l’altro operatore che prestava la sua attività nella mensa avrebbe proceduto con il risarcimento danni.
” Al Comune non è stata riconosciuta nessuna responsabilità nell’accaduto già dal primo Grado di Giudizio e poi in Appello – spiega il vice sindaco e assessore agli affari legali avvocato, Maria Santoro – ma per un fatto procedurale l’ente comunale si deve costituire in giudizio anche in Cassazione. Queste lungaggini procedurali non hanno portato ad avere a chi ne ha diritto un risarcimento”.