Albanella. “Vorrei avere il becco per accontentarmi delle briciole…” cantava Povia, che aspirava ad “una vita tra le nuvole come i piccioni”. Ma ad Albanella i piccioni in amore, che si riproducono in maniera incontrollata, sono davvero troppi.
Lo sanno bene i residenti di via Ponte Fornace diventato ormai regno incontrastato di numerose colonie. Il loro guano imbratta i muri e le strade creando una grave situazione igienico sanitaria. I residenti si arrangiano alla meglio: cartoni a terra, chiusura dei buchi alle pareti delle case, pulizia periodica per contrastare l’insorgere di gravi problematiche sanitarie. Gli interventi adottati, ad oggi, non sono stati risolutivi. Un’ordinanza comunale obbliga i proprietari delle abitazioni a sistemare buche, tetti e cornicioni per impedire il proliferare dei piccioni in cavità cieche, finestrelle e aperture. A gennaio 2021 l’amministrazione Bagini aveva messo in cantiere l’avvio di una progressiva sterilizzazione di massa. Grazie ad un monitoraggio effettuato con un drone furono individuati i siti di nidificazione e il numero delle colonie di piccioni. Le aree urbane sono le più colpite con una presenza massiccia nel centro urbano del capoluogo, tra via Mazzini e via Verdi, nel centro storico e infine nelle zone di Fravita e Borgo San Cesareo. La campagna di sterilizzazione non è mai partita anche perchè a settembre del 2021 Albanella è stata commissariata, dopo la caduta dell’amministrazione Bagini. I piccioni hanno continuato a riprodursi e sono ancora presenti con migliaia di colonie in varie parti del territorio. “Siamo esasperati – polemizzano i residenti di via Fornace – viviamo tra l’altro con il terrore di essere colpiti in testa da qualche deiezione volante e circondati da guano, desideriamo che il problema sia risolto definitivamente”.
Per la sterilizzazione di massa, il Comune aveva prospettato una spesa di circa 5.000 euro all’anno. Prevedeva per la primavera 2022, periodo di ovulazione, la diffusione di piccoli cumuli di mangime mischiati con una apposita miscela. I trattamenti devono essere ripetuti quattro volte, per tre annualità di seguito, con la riduzione della colonia di almeno un terzo. Questo in teoria. Al momento l’unica certezza è che i piccioni continuano ad amoreggiare, tubare e riprodursi in piena libertà invadendo le aree cittadine e rurali. Altro che sterilizzazione di massa.