Aquara. 266.000 euro da restituire ai risparmiatori di Aquara. Ad appropriarsene è stata la ex direttrice dell’ufficio postale, unica impiegata dello sportello, che carpendo la buona fede di piccoli risparmiatori si è impossessata nel tempo, della ingente somma. A restituirli dovrà essere Poste Italiane e, a questo proposito, il prossimo 29 gennaio ci sarà un incontro tra l’amministrazione comunale, retta dal sindaco Antonio Marino, e la responsabile di Poste per il Sud Italia.
“Speriamo – afferma il sindaco Marino – che questi soldi arriveranno per chi ancora non li ha avuti. E’ una cosa importante, per cui ci siamo impegnati anche come amministrazione. In questa ottica abbiamo richiesto l’incontro con la responsabile di Poste Italiane”.
EMESSA ORDINANZA ARRESTI DOMICILIARI. LA DINAMICA DELLA FRODE MESSA IN ATTO
Intanto, lo scorso 21 dicembre la guardia di finanza di Salerno, su disposizione della Procura di Salerno, ha dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare di arresti domiciliari, disposta dal Tribunale di Salerno – sezione Riesame, nei confronti della donna. L’indagata, nel corso degli anni, ha compiuto reiterate operazioni illecite e fraudolente su libretti di risparmio e buoni fruttiferi postali, che hanno portato al depauperamento e, in alcuni casi, al completo svuotamento dei depositi intestati perlopiù a persone anziane e in gravi condizioni di salute, che avevano poca familiarità con la gestione di rapporti finanziari e postali dematerializzati, di cui l’infedele dipendente ha cinicamente approfittato. In un caso è emerso addirittura che la direttrice indagata ha eseguito operazioni post mortem di un correntista, relative alla gestione di un prodotto finanziario, con conseguenti appropriazioni illecite compiute su libretto postale dematerializzato e sul conto corrente intestati alla persona deceduta. L’esecuzione della misura cautelare giunse al seguito di una pronuncia di accoglimento all’appello proposto dal pm, avverso l’ordinanza di rigetto di applicazione di misura cautelare personale emessa dal gip del Tribunale di Salerno lo scorso 12 luglio. Venne presentato ricorso dall’indagata, dichiarato però inammissibile dalla Corte di Cassazione.