Albanella. “Buono, allegro, brillante, destinato ad una grande carriera diplomatica, nato per seminare e fare del bene”, il dottore Renato Josca ricorda così Luca Attanasio, ambasciatore italiano in Congo, ucciso con il carabiniere della sua scorta Vittorio Iacovacci e con il loro autista in un attacco a un convoglio delle Nazioni Unite nel Congo orientale. Josca lo ha incontrato lo scorso 10 ottobre, con lui aveva progettato una missione medico umanitaria, che sarebbe dovuta svolgersi già nei mesi scorsi, ma non è stato possibile, a causa delle limitazioni dettate dall’emergenza sanitaria.
” Bellissima serata quella del 10 ottobre 2020 a casa del nostro comune amico Gianfranco. Le ore passarono in fretta e ci salutammo con l’impegno di vederci in Congo – ricorda Josca – presto, covid permettendo. Saremmo partiti insieme per una missione medica ed umanitaria su un barcone attrezzato con ambulatori e sale operatorie risalendo il fiume, sempre più su, fino ai villaggi più lontani. Li dove la vita inizia e finisce”. Una missione medico umanitaria che l’ambasciatore del Congo stava organizzando con l’Ong “Mama Sofia” fondata dalla moglie Zakia Seddiki.
Attanasio si era laureato all’Università Bocconi in economia aziendale nel 2001, due anni dopo la nomina a segretario di legazione in prova nella carriera diplomatica, nel 2004 la conferma nel ruolo e la nomina a Segretario di legazione. Una carriera rapida e brillante: secondo segretario commerciale a Berna nel 2006, confermato con funzioni di primo segretario commerciale l’anno dopo, fino al trasferimento a Casablanca con funzioni di Console nel 2010. L’ultimo incarico a Kinshasa nel 2017 quando era stato nominato capo missione nella Repubblica Democratica del Congo, dove era stato riconfermato in qualità di Ambasciatore Straordinario Plenipotenziario accreditato in RDC. A Casablanca Attanasio aveva sposato Zakia Seddiki, presidente e fondatrice della ong Mama Sofia (di cui Attanasio era presidente onorario), che si occupa di situazioni di grave difficoltà nella Repubblica Democratica del Congo soprattutto di bambini e madri, con ambulatori medici, presidi mobili e progetti per le madri detenute. Un impegno che la coppia condivideva quotidianamente. Insieme, lo scorso ottobre, avevano ricevuto il premio Internazionale Nassiriya per la Pace ideato e promosso dal giornalista Vincenzo Rubano.