Castel San Giorgio. Vincenzo Petrillo, già candidato a sindaco del Comune ed esponente della locale segreteria del Circolo Pd, interviene con fermezza sulla vicenda della San Giorgio Servizi in house providing, recentemente posta in liquidazione giudiziale dal Tribunale di Nocera Inferiore.
“Mi domando – afferma Petrillo – se, considerando i fatti accaduti alla Sgs Srl, siano stati osservati i valori e i criteri necessari nella gestione della res pubblica.”
Petrillo denuncia come, già dal 2016, la società dovesse ricostituire il capitale sociale, rendendo altrimenti obbligatorio il suo scioglimento e liquidazione, ma nonostante questo si è assistito a una gestione negligente e antieconomica che ha portato la società verso un inevitabile fallimento.
“La volontà politica di liberarsi della società in house providing e affidare i servizi pubblici a privati – continua Petrillo – è una scelta politica legittima, ma doveva essere compiuta con trasparenza, accompagnando la San Giorgio Servizi verso una liquidazione volontaria e non giudiziale, evitando così un danno d’immagine enorme per la nostra comunità.
“È mai credibile – si chiede Petrillo – che l’unico socio della società, il Comune di Castel San Giorgio, non si sia mai raccordato con l’amministratore della San Giorgio Servizi, soprattutto riguardo al Tfr e alle mensilità arretrate delle maestranze? Che controllo è stato fatto, quali azioni sono state poste in essere? Niente. Perché non si è cercato di transigere le posizioni o di reperire le risorse necessarie per evitare il fallimento? Ci si è celati dietro alla motivazione che una gestione pubblica non può reggere, quando in altre realtà viciniori sopravvivono questi tipi di società, come la Multiservice a Nocera Inferiore”.
Petrillo conclude: “Questa volontà politica ha danneggiato gravemente l’immagine della nostra comunità e ha portato finanche il curatore a notificare una diffida per un’azione di responsabilità civile agli amministratori della San Giorgio Servizi e al sindaco pro tempore per un importo di oltre un milione di euro. Non possiamo essere complici di un’azione amministrativa che ha causato un disastro di tale portata”.