Ministra Cartabia: “Troppe le donne uccise”. Il tragico bilancio dei dati Pagina Facebook Voce di Strada Profilo Twitter Voce di Strada

Sono 89 al giorno le donne vittime di reati di genere in Italia, e nel 62% dei casi si tratta di maltrattamenti in famiglia

Da 40 anni lo Stato ha cancellato quell’aberrazione che era il delitto d’onore. Da allora periodicamente il codice è stato aggiornato, la prassi adattata ai tempi: nuovi reati, pene più severe, campagna di prevenzione, centri d’ascolto. Poi però arriva il tempo dei bilanci, in occasione  della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne.

Sono 109 quelle donne morte dall’inizio dell’anno, l’8% in più rispetto all’anno scorso, 63 per mano del partner o dell’ex. E non sono fredde statistiche, ma vite interrotte.

L’ultima  una 34enne  uccisa venerdì notte in un parco a Reggio Emilia, da un recidivo: un corto circuito. Ora il governo sta pensando a nuove misure. Il pacchetto cui lavorano cinque ministre, e che dovrebbe arrivare sul tavolo del governo la prossima settimana, punta a interventi sul codice penale e di procedura penale per rafforzare gli strumenti di prevenzione: quindi aumento di pena per i delitti di percosse e le lesioni e procedibilità d’ufficio. E, spiega la ministra Cartabia, occorre rendere più effettive le misure per rendere più efficace l’allontanamento dalla casa familiare e il divieto di avvicinamento alla vittima, “perché troppe volte la violazione di queste prescrizioni si rivela fatale”. Quindi con il Viminale si sta studiando l’estensione dell’utilizzo del braccialetto elettronico, e nel caso di rifiuto potrebbero scattare gli arresti domiciliari. Si lavorerà, ha assicurato, sulla “formazione e specializzazione” sia dei pm che dei giudici, “chiamati a prendere difficili decisioni sulla base del rischio e della pericolosità del soggetto”.

Sono 89 al giorno le donne vittime di reati di genere in Italia, e nel 62% dei casi si tratta di maltrattamenti in famigliaE’ quanto emerge dai dati diffusi per la presentazione a Catania di ‘Questo non è amore’, campagna di prevenzione della Polizia contro la violenza sulle donne, giunta quest’anno alla sua quinta edizione.

Nell’andamento degli omicidi di donne rispetto agli omicidi in genere è stato registrata una leggera diminuzione: se nel periodo gennaio-agosto 2020 le donne vittime di femminicidio erano il 48% di tutte quelle uccise, nell’analogo periodo del 2021 l’indice scende al 41%. Nel 72% dei casi l’autore è il marito o l’ex marito; in 1 caso su 2 ha usato un’arma da taglio; il 70% delle vittime erano italiane. Sale il dato delle donne che lasciano figli piccoli: nel gennaio-agosto 2020 era del 25%, mentre nell’analogo periodo del 2021 del 31%; è del 40% con i dati rilevati prima della pubblicazione della brochure realizzata per l’iniziativa. Il tasso più alto di donne che si rivolgono alle forze dell’ordine per le richieste di ammonimento si registra nelle regioni del sud, in particolare in Sicilia. E proprio per questo, da Catania, città scossa nel recente passato da alcuni gravi episodi di femminicidio, sottolineano dalla polizia, “è necessario dire basta”.

Secondo una ricerca demoscopica realizzata da AstraRicerche un italiano su quattro pensa che non si possa davvero considerare una forma di violenza quella sulle donne.

“Commentare un abuso fisico subito da una donna affermando che è meno grave perché gli atteggiamenti di lei, il suo abbigliamento o aspetto comunicavano che era ‘disponibile‘ “; a pensarlo sono in maggioranza gli uomini (30%), ma anche la percentuale delle donne è significativa (20%). La ricerca, realizzata su un campione rappresentativo di mille italiani, è stata presentata in Senato. Circa 3 persone su dieci, emerge ancora dalla ricerca, non considerano violenza “Dare uno schiaffo alla partner se lei ha flirtato con un altro”; tra le donne, ne è convinto il 20%, mentre la percentuale sale al 40% per gli uomini. Ancora, un italiano su tre non considera violenza forzare la partner a un rapporto sessuale se lei non ne ha voglia; lo pensano circa quattro uomini e tre donne su dieci. “Numeri – commentano gli stessi estensori della ricerca – che raccontano di un’Italia patriarcale, in cui c’è ancora tanto da fare in termini di informazione e sensibilizzazione. Una questione culturale che non è appannaggio dei soli uomini, ma che riguarda anche le donne”. (Articolo Ansa.it)

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