Polla. Sono ormai 10 giorni che Michela Di Giore, l’insegnante originaria di Atena Lucana, risultata positiva al tampone viene costantemente monitorata dal personale sanitario dell’ospedale “Luigi Curto”. Da dieci giorni che quotidianamente descrive la viscida realtà che sta vivendo, combattendo come un leone contro il coronavirus. “Da quando sono qui, -scrive-le notti hanno durate infinite, sembrano avere numero di ore in più rispetto al dì. La fatica ad addormentarsi. La stanchezza presente. Il sonno leggero. Il mio sguardo rivolto al cielo che attraversa l’immensa balconata della camera. I pensieri infiniti. La mente assorta. Il vuoto interiore. Poi arriva, le palpebre si socchiudono, il mio corpo si abbandona in quel lattice che ormai quasi non restituisce più, posizioni diventate così scomode. In sottofondo scompaiono i rumori del reparto. Il sonno. Improvvisamente il ritorno alla realtà. Una pesantezza fisica, le mani irrigidite, le gambe ancora addormentate, i muscoli contratti, gli occhi che fanno fatica ad aprirsi. Il mio istinto va al cellulare. Lo guardo, mi accorgo che è trascorsa solo un’ora al massimo due. La mia mente torna a pensare, vorrebbe sognare, ma non ci riesce. È lunga la notte!!! Così per tre, quattro, cinque, sei volte. Poi il canto del gallo!! Anch’esso sempre presente. I parametri sono stati già tutti presi!!! Ormai tutti regolari. La luce inizia ad affiorare, il cuculo dei colombi sembra voglia parlarti. È giorno, la vita continua nel silenzio della cittadina intorno, l’Omeprazolo già degludito, il canto degli uccellini, l’aria fresca che invade la camera. L’ambiente intorno areato, entra nuova quotidianità. Si ricomincia a vivere, nell’attesa di assaporare la libertà!”.
Il messaggio di oggi
“Stamani dopo un po’ di riflessioni notturne e resoconti vari, mi sveglio motivata. Con la voglia di elargire parole.
In questi giorni ho ricevuto tanti messaggi , non esagero, un migliaio, due, tre, se non più, tra mail, Facebook, Messenger, WhatsApp; poi video, consigli, speranze, preghiere. Qualcuno mi ha colpito in particolar modo. In realtà non sono riuscita a leggerlo personalmente, ma mi è stato riportato in privato, indirettamente da più persone.Volevo rispondere dicendo:”Caro dottore Giuseppe Colangelo, il suo messaggio esprime in pieno il mio modo di essere! Da quando sono qui non ho mai avuto dubbi o tentennamenti di non potercela fare. Ho lottato e continuo a lottare come ho sempre fatto in ogni occasione. Che capitino i momenti di sconforto ci sta, lasciare sfogo all’animo è un modo per riprendere al meglio le battaglie che la vita ogni giorno ci propone. La ringrazio per le sue parole !!Aggiungo a questo dottore, che oltre al non arrendersi mai, “Sogniamo in grande” , non accontentiamoci di un obiettivo! Allarghiamo gli orizzonti, i confini, coltiviamo non solo il nostro orto, abbracciamo il mondo.Ai miei ragazzi, alle giovani generazioni, ai suoi pazienti, al mondo, sognate in grande per raggiungere più obiettivi, sognate in grande per raggiungere il massimo, sognate in grande, non costa nulla! Non abbiate paura, siate empatici, cercate di capire, non fermatevi al primo problema, al primo ostacolo, datevi obiettivi! La vita offre tanto, osserverete da più visuali.Non fermatevi a rifare solo il letto, rassettate la camera, curate il giardino. Curate il vostro io, ma anche quello degli altri.Curate il mondo! Curerete voi stessi!Grazie dottore, spero di avere occasione di conoscerla!”.