Capaccio Paestum. Abbattimento di un manufatto nell’area archeologica adibito in passato quale sede di un’agenzia: il nuovo proprietario chiede al Comune il risarcimento dei danni. Il tribunale gli da ragione e condanna l’ente capaccese, che si oppone.
La controversia pendente innanzi al tribunale è tra il Comune di Capaccio Paestum e G.L. che ha chiesto un risarcimento dei danni derivante dalla perdita di possesso di un immobile. G.L. a fine maggio ha presentato un atto di citazione in merito alla controversia. La vicenda fa riferimento ad un abbattimento disposto dal Comune diversi anni fa che insisteva nell’area archeologica. Gli atti relativi alla procedura non sarebbero stati inviati correttamente al nuovo proprietario che aveva acquisito il manufatto prima dell’abbattimento dell’immobile. In buona sostanza questo errore procedurale non ha consentito al nuovo proprietario di difendersi nel caso, ed evitare la demolizione del manufatto. Il Tribunale gli ha dato ragione e ha condannato il Comune al pagamento del risarcimento danni richiesti riconoscendogli una somma di diverse decine di migliaia di euro. Il Comune si è opposto e ha dato mandato ad un legale di seguire la vicenda giudiziaria.
LA VICENDA HA INIZIO NEL 2014
La vicenda ha inizio nel 2014 quando l’amministrazione guidata dal sindaco Italo Voza decise di riqualificare e bonificare l’area all’ingresso della zona archeologica con la rimozione della barracopoli, compreso il manufatto in questione, e la ristrutturazione della fontana lavatoio in pietra più volte finita nel mirino dei vandali. Oggi pienamente ristrutturata. Le strutture in questione sono quelle che insistevano lungo la strada principale di accesso ai templi, in passato utilizzate come attività commerciali.