Pontecagnano Faiano. L’amministrazione comunale retta dal sindaco Giuseppe Lanzara ha deciso di intitolare l’Istituto Comprensivo “Pontecagnano S. Antonio” all’eroina e martire della Repubblica Napoletana del 1799, Eleonora Pimentel Fonseca. “L’amministrazione comunale – si legge nella delibera di giunta- intende promuovere la memoria di donne ed uomini illustri, che sono eternati nella memoria collettiva e storiografica per i loro meriti, e che fra i compiti dell’amministrazione comunale rientra quello di valorizzare la coscienza e la conoscenza storica e civile della città, anche attraverso la denominazione degli spazi pubblici a personaggi che sono meritevoli di essere considerati quali esempi civici e ad eventi storici che si ritiene debbano restare immortalati nella coscienza cittadina”.
Chi era Eleonora Pimentel Fonseca
Eleonora de Fonseca, marchesa di Pimentel, nacque a Roma il 13 gennaio 1752 da una famiglia di origine portoghese ivi residente e, successivamente, trasferitasi a Napoli. Incline alle lettere, sin da giovane compose versi arcadici molto apprezzati che la proiettarono fra i personaggi più noti degli ambienti culturali della Napoli del Settecento. Intrattenne intensi 3 rapporti epistolari con Pietro Metastasio e Voltaire, entrò nell’Accademia dei Filateti ed in quella dell’Arcadia e partecipò ai salotti di Gaetano Filangieri. In occasione del matrimonio tra re Ferdinando IV di Borbone e Maria Carolina d’Austria, compose, ancora sedicenne, un epitalamio per le nozze dei Sovrani intitolato Tempio della gloria. Per i suoi meriti letterari venne ricevuta a Corte, e le fu concesso un sussidio come bibliotecaria della regina, ruolo che occuperà per molti anni. Agli inizi del 1778 Eleonora Pimentel Fonseca sposò l’ufficiale e nobile napoletano Pasquale Tria de Solis, che però lascerà sei anni dopo con una causa intentata da suo padre per le ripetute percosse ricevute dal marito. A ridosso di quegli anni andò accrescendosi in lei l’interesse per la politica fino ad aderire attivamente alle idee repubblicane e giacobine. Per il suo attivismo politico venne arrestata nell’ottobre del 1798 ma, con l’arrivo a Napoli dei francesi, tre mesi dopo, riconquistò la libertà. Durante la breve ma esaltante esperienza della Repubblica Napoletana, che aveva contribuito a far nascere insieme ad un folto gruppo di intellettuali, si occupò della redazione del periodico ufficiale Il Monitore della Repubblica napoletana una ed indivisibile, uscito da febbraio a giugno del 1799, e scritto quasi interamente da lei. L’azione combinata del cardinale Fabrizio Ruffo di Calabria e dell’ammiraglio Horatio Nelson (bracci armati del Borbone), il 13 giugno, costrinsero i francesi ad abbandonare la città. I repubblicani napoletani tentarono di resistere ma, data la sproporzione delle forze in campo, dopo qualche giorno si arresero dietro l’impegno dell’incolumità per tutti loro. Malgrado le assicurazioni i termini dell’accordo non vennero rispettati e i capi giacobini furono arrestati e giustiziati.