Salerno. Criticità riscontrate dagli operatori sanitari che prestano servizio nella casa circondariale di Fuorni. “Da circa una settimana, infatti, gli stessi non possono introdurre all’interno il cibo o acqua per nutrirsi ed alimentarsi, nonostante le 12 ore lavorative che devono affrontare”, questa è la triste realtà denunciata anche dalla Fials e dalla Cisl Fp. “Alcune criticità che necessitano di un autorevole intervento- spiegano Lopopolo Carlo della Fials e Marino Emilio, Giuseppe Caracciolo della Cisl Fp- atteso che incidono negativamente sul benessere organizzativo e lavorativo di tutti gli addetti alla struttura. Da alcuni giorni, a seguito di nuove disposizioni interne che sembrerebbero essere state emanate dalla direzione della casa circondariale di Salerno, atti che non sono stati condivisi con la signoria vostra nemmeno per conoscenza, come nel concreto dovrebbe prevedere qualsiasi protocollo interno per modifiche organizzative a valenza generale per tutti i lavoratori che operano all’interno della struttura, sono state attivate procedure che prevedono limitazioni per gli addetti e comportano grave rallentamento e confusione nell’ambito della filiera assistenziale. A tal proposito, per un eventuale condivisione dei percorsi avviati ovvero una presa visione delle disposizioni ed eventuale rimodulazione rendendola praticabile alle effettive esigenze dell’assistenza e dell’organizzazione interna della struttura sanitaria da lei diretta, si segnalano le seguenti criticità: è stato fatto divieto all’ingresso di introdurre qualsiasi tipo di alimento destinato ad uso personale, nonostante che la turnistica lavorativa prevista è articolata sulle 12 ore e che pertanto richiede una pausa per rifocillarsi; viene richiesto di lasciare il documento all’ingresso nonostante che il personale operante nella struttura è riconoscibile a vista, poiché da svariati anni opera all’interno della casa circondariale, ma fatto grave è che al termine del turno si hanno difficoltà nel rintracciare il documento consegnato; l’ingresso è sprovvisto di armadietti per custodire oggetti personali che non possono essere introdotti, per la qualcosa si invita ad acquistarne e farsi autorizzare per l’approvvigionamento e la collocazione in spazi consentiti. Inoltre è il caso di rappresentare che alcuni operatori, autorizzati ad usufruire della mensa aziendale destinata al personale di Polizia Penitenziaria, sono stati redarguiti per ipotesi di abbandono del posto di lavoro– concludono Lopopolo, Marino e Caracciolo- per quanto espresso si invita ad un autorevole intervento al fine di risolvere le problematiche sopra esposte”.