Capaccio. Processo Gettoni di presenza: ” Assolta dopo 6 anni, il fatto non sussiste” Pagina Facebook Voce di Strada Profilo Twitter Voce di Strada

Accusata di diffamazione a mezzo stampa da 2 ex consiglieri arriva la sentenza di assoluzione per la giornalista Angela Sabetta

Assoluzione con formula piena perché il fatto non sussiste. Si chiude così un’altra vicenda giudiziaria,  durata ben sei anni, che mi ha visto protagonista.

Diffamazione a mezzo stampa era il reato che mi era stato contestato, e per il quale ero stata querelata da due ex consiglieri di Capaccio Paestum. Insieme con me anche il direttore del quotidiano “La Città”, dell’epoca Andrea Manzi.   Al centro della vicenda giudiziaria un articolo pubblicato nel 2017 sulla Città e su Voce di Strada sui gettoni di presenza assegnati ai consiglieri comunali per la partecipazione alle commissioni. Un articolo ritenuto diffamatorio  dai querelanti e lesivo alla propria immagine. Stando a quanto sostenuto dai due querelanti  mirato a colpire solo una parte politica.

“Il dolo dell’articolista è quello di voler colpire solo alcuni consiglieri comunali e quasi tutti dello stesso schieramento politico”, è stato dichiarato dagli ex consiglieri.  Addirittura è stato affermato che la pubblicazione dell’articolo è avvenuta con una precisa scelta temporale e cioè  “ quando si decidevano le sorti politiche  del paese, quale Capaccio Paestum”, in realtà il nuovo sindaco è stato eletto il 25 giugno del 2017 l’articolo è stato pubblicato nei giorni successivi.

In merito a questa sorta di accusa infondata,  va evidenziato che,  in primis,  tutto il mio lavoro da giornalista svolto da oltre 26 anni, chiaramente tracciabile e notorio,  dimostra che ho sempre rispettato le regole della deontologia e quelle imposte dalla nostra professione di giornalista. Non ho preso mai posizione o favorito l’uno o l’altro schieramento politico.  D’altronde  ritengo sia l’unica strada percorribile per chi decide di fare questo mestiere.

Escluso alcun dolo da parte della sottoscritta a voler colpire un raggruppamento politico, la citazione dei consiglieri nell’articolo  è conseguenziale all’entità delle somme percepite. Mi spiego meglio. Nell’articolo i consiglieri citati sono quelli che hanno percepito le somme maggiori che, a partire da oltre a 8.000 euro, arrivano fino a oltre 12.000 euro. Somme cospicue che, stando a quanto accertato, sono state raggiunte, e non potrebbe essere diversamente, attraverso il cumulo dei gettoni di presenza per sedute di commissioni tenute la stessa giornata.

Da giornalista ho sollevato delle perplessità su somme così elevate percepite dai consiglieri.  E’ lecito per il diritto di cronaca e di critica del giornalista sollevare delle domande?. E lecito far sapere ai cittadini come vengono spesi e in che modalità vengono spesi i soldi pubblici?

Ho solo espresso il diritto di cronaca e di critica, non c’è dolo, non c’è l’intenzione di voler colpire o diffamare qualcuno,  avendo affrontato  la questione nel rispetto delle posizioni di entrambi le parti. Non ci sono offese o invettive alla reputazione della  persona. Sono contenta che i giudici hanno ritenuto fondate le ragioni della tesi difensiva. E’ stato anche questo un percorso giudiziario lungo e faticoso. Ringrazio il mio avvocato Orietta Lettieri,  che mi ha supportato sempre con impegno, tenacia  convinzione e professionalità. Una sentenza che ancora una volta dimostra che la giustizia fa il suo corso nel rispetto della verità.

                                                                                                                 Il direttore Angela Sabetta 

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