[VIDEO] Capaccio. L’appello disperato di Sabrina: “Ridatemi mia figlia” Pagina Facebook Voce di Strada Profilo Twitter Voce di Strada

Dal 2019, combatte per riavere con sé la sua bambina di 12 anni trasferita da una casa famiglia ad un’altra

Capaccio Paestum. “Ridatemi mia figlia Ylenia, non voglio altro dalla vita”. E’ questo l’appello disperato di Sabrina Soster 53 anni, originaria di Latina che, dal maggio del 2019, combatte per riavere con sé la sua bambina di 12 anni trasferita da una casa famiglia ad un’altra.

L’ultima struttura è situata a Capaccio Paestum. La sua casa da tempo, per seguire la figlia, è diventata la strada. Sabrina ha trovato rifugio sotto un portico della chiesa di San Vito in piazza Santini a Capaccio Scalo. Dorme all’aperto in un giaciglio improvvisato. Tutta la sua vita è racchiusa in una valigia, che porta con se per seguire Ylenia in tutta Italia. La sua è una protesta composta portata avanti con dignità e una tenacia incredibile, nonostante le sue precarie condizioni di salute. L’incredibile vicenda inizia nel maggio del 2019 a Latina. Quando la scuola effettuò una segnalazione perché la bambina affetta da autismo inizia a manifestare una sindrome “oppositiva” . Intervengono i servizi sociali e il Tribunale dei minori dispone l’allontanamento dalla famiglia. Viene sospesa la potestà genitoriale e la minore trasferita in una casa famiglia. Da quel momento, e fino ad oggi, cambierà ben otto strutture. La mamma inizia la sua battaglia che dura da quasi tre anni. Ad assistere la 53enne è l’avvocato Marco Gaggia del Foro di Roma. “ Da quando mi hanno sottratto Ylenia non ho mai smesso di combattere per lei – racconta Sabrina – il tribunale dei Minori di Roma ha emesso nei miei confronti un decreto di sospensione della potestà genitoriale a carico di entrambi i genitori. Ho cresciuto la mia bambina da sola. Il decreto parla di disturbi oppositivi e aggressivi a scuola e che i genitori erano conflittuali. Di fatto, il padre di Ylenia è stato assente e non c’è mai stato, l’ho cresciuta da sola da quando era neonata”.

In buona sostanza, i giudici hanno ritenuto responsabili dell’atteggiamento della bambina i genitori. “Il comportamento di mia figlia è dovuto ad una patologia – evidenzia – le è stato diagnosticato un disturbo dello spettro autistico non dovuto alle conflittualità genitoriali. Dopo l’ultimo episodio di disturbo, la scuola mi ha denunciato per interruzione di pubblico servizio, mia figlia disturbava il lavoro delle maestre. Mi sono trovata a carico due denunce, che hanno provocato l’intervento della Procura minorile. La seconda denuncia ha comportato l’intervento della polizia a scuola nel marzo del 2019 e, dopo una settimana, è uscito questo decreto di immediato trasferimento in casa famiglia . Una bambina non compresa dalla scuola e con la mamma parcheggiata in macchina fuori sempre pronta ad intervenire. In due anni e mezzo ha girato otto case famiglia fino ad arrivare a Capaccio. Questi disturbi oppositivi Ylenia sta continuando ad averli perché vuole la sua mamma in passato ha anche tentato di buttarsi dalla finestra dalla disperazione ”. Da quel maggio del 2019 è stato un vero inferno. “ Una disperazione totale. Per tre mesi ho potuto sentirla almeno telefonicamente poi me lo hanno proibito. Mi sono sistemata davanti la casa famiglia e poi è stata trasferita da una struttura ad un’altra fino a Capaccio. Sono partita – continua – per l’ennesima volta per starle vicino. Piango tutto il giorno. Qui ho trovato delle persone splendide e tanta vicinanza anche da parte dell’amministrazione comunale”. Per lei è scattata una vera gara di solidarietà. Sono in tanti a sostenere questa mamma comprendendo il suo immenso dolore, donandole anche dei pasti caldi per il suo sostentamento. “ La mia è una protesta silenziosa non voglio arrecare fastidio alla comunità – conclude – hanno compreso che non sono una barbona ma una mamma che lotta per la propria bambina. Vorrei sentire mia figlia almeno al telefono per dirle che non l’ho abbandonata. E’ una bambina che va compresa, non ha scelto lei di essere autistica. Le sue reazioni di rabbia potrebbero essere evitate, basterebbe ridarle sua madre. Stanno facendo crescere orfana una bimba con una madre viva. Sono disperata, quello che è certo che non l’abbandonerò mai”.

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