Campania. “Confermato lo stop alla caccia, disastro amministrativo della Regione”, netta presa di posizione di Aurelio Tommasetti, consigliere regionale della Campania della Lega, in merito all’ultimo decreto del Tar Campania sul ricorso proposto dalle associazioni.
I giudici infatti, hanno sospeso la partenza della stagione venatoria, fissando la trattazione in camera di consiglio per il prossimo 10 ottobre.
“Ho modo di interloquire costantemente con le rappresentanze di cacciatori e non posso non raccogliere e di conseguenza riportare all’attenzione degli organi di comunicazione la loro frustrazione – afferma Tommasetti – Frustrazione che, dopo il provvedimento reso dalla terza sezione del Tar Campania, si sta tramutando quasi in rassegnazione. I cacciatori campani non ne possono più. La giustizia amministrativa non ha fatto altro che mettere a nudo l’inadeguatezza della giunta regionale in sede di stesura del calendario”.
Il consigliere regionale ricorda i passaggi che hanno preceduto il decreto del Tar: “La Regione non ha rispettato la data di pubblicazione del calendario venatorio, né provveduto all’approvazione dei piani faunistici provinciali o alla proroga del piano faunistico regionale venatorio. Abbiamo dovuto attendere il 28 luglio per la pubblicazione del nuovo calendario venatorio e in questo modo era inevitabile esporsi ai ricorsi. Solo il 5 settembre i cacciatori, a lungo ignorati sono stati convocati in un incontro ufficioso. Tutti questi passaggi testimoniano l’inadeguatezza amministrativa di De Luca e dei suoi, e a farne le spese è solo la categoria dei cacciatori”.
Lo scorso 9 settembre il Tar sospendeva ufficialmente la preapertura della stagione venatoria e ora è stato sancito un nuovo stop. “I cacciatori campani, e in particolare quelli salernitani, stanno attraversando, come ho già avuto modo di sottolineare negli scorsi mesi, un momento di seria difficoltà, legato altresì al fenomeno della peste suina – ricorda Tommasetti – La situazione in cui si trova la Campania in relazione alla caccia ha assunto ormai contorni grotteschi, soprattutto se confrontata alle altre regioni italiane, in cui l’adozione tempestiva dei piani faunistico venatori conferisce certezze ai cacciatori e continuità alla pratica della caccia. Ancora nessun rispetto nei confronti di chi versa nelle casse regionali le relative tasse”.