Albanella. Il buono postale fruttifero è sbiadito e Poste Italiane non lo mette all’incasso perché non leggibile. Soprattutto le condizioni di contratto. Ora, un Tribunale sentenzia che dovrà, invece, emettere una copia conforme su richiesta della beneficiaria, una donna di Albanella che lo sottoscrisse in un ufficio postale un quarto di secolo fa.
“Il nostro cliente aveva sottoscritto – dice l’avvocato Mario Manzo – un buono fruttifero ventennale per cui aveva pensato bene di portarlo all’incasso, ma purtroppo il buono era sbiadito tanto che Poste Italiane ne rifiutava il pagamento. Ricevuto mandato dalla nostra assistita, abbiamo diffidato formalmente Poste Italiane al fine di ottenere per conto del nostro assistito una copia conforme per accertare l’esatta riscossione degli interessi, ma purtroppo nessuna risposta ci veniva riscontrata tanto che siamo stati costretti ad adire l’autorità giudiziaria”.
Il Tribunale di Salerno ha accolto l’istanza della dona di Albanella, nonostante la tesi e il rifiuto di Poste, ordinando con decreto ingiuntivo all’azienda di consegnare una copia conforme della serie del buono postale oggetto del oggetto del contendere perché illeggibile. La risparmiatrice albanellese si è rivolta all’avvocato Manzo e tramite lui all’associazione antiracket-antiusura di Salerno per ottenere la copia del buono di mille lire sottoscritto più di vent’anni fa, così – documenti alla mano – potrà accertare l’esatto rendimento del buono e verificare se gli interessi promessi da Poste vengono rispettati e mantenuti. Una vicenda singolare per la particolarità del buono sbiadito. Di casi simili ce ne sono altri, come pure di titoli lasciati nel cassetto perché si credono ormai superati e non esigibili.