Eboli. “Mi avevi detto che ti piaceva volare, ti dissi non ancora. Non mi hai ascoltata, ma camminerai sempre con me”. Questo è uno dei tanti messaggi dedicati a Danilo Mongiello, il 39enne precipitato nel vuoto per molti metri sul monte Accellica, in Irpinia. Danilo risiedeva ad Eboli, ma era originario di Bitonto in Puglia. Sabato mattina, si trovava in escursione con alcuni amici sul Monte Accellicca, quando all’improvviso il gruppo non lo ha più trovato. Danilo è precipitato nel vuoto. Subito l’allarme e l’arrivo dei soccorsi. A trovare il corpo, senza vita, ieri intorno a mezzogiorno i soccorritori del Cnas Campania ed i vigili del fuoco. Tanti i messaggi di cordoglio che stanno arrivando alla famiglia di Danilo in queste ore. “Sono venuto a sapere della scomparsa di Danilo, poco fa, lontano da casa- scrive Giuseppe-come al solito, in queste circostanze, trasmessa nel modo peggiore. Anche se – pensandoci – non credo ci sia una modalità migliore di un’altra quando c’è da comunicare la morte. Non mi legava a lui il rapporto di parentela, che – come tale – può essere reale, fittizio o a corrente alternata. Neanche quello di vero affetto nei confronti di tutta la famiglia. Piuttosto, un qualcosa che non sono mai riuscito compiutamente a confessargli e che per me è stata fonte di grande ispirazione. Nutrivo per lui una forte ammirazione per il suo spirito libero, per quel suo andare ed andare, per quella sua sete di conoscenza, per quel suo bagaglio ingombrante di cultura, esperienza e vita. Sì, vita. Perché la si incontra davvero solo uscendo fuori casa (ma “fuori” davvero), incrociandola negli sguardi del mondo. Che è immenso. E pericoloso. Del resto – e Danilo lo sapeva benissimo – le navi sono sicure nel porto, lontano dalle tempeste. Tuttavia, non vengono costruite per restare lì. Il suo spirito libero lo ha condotto alla tragedia di queste ore, dopo essersi scattato questa che resterà una delle sue ultime foto, perfettamente nel suo stile. È accaduto mentre faceva – essenzialmente – cosa amava. Non c’è un modo migliore di un altro per comunicare la morte. Ma, forse, conoscerla mentre si ama, è quello meno doloroso. È una piccola e misera consolazione per noi. Per lui, ora, solo affetto e preghiera”.