Eboli, inchiesta “Il giardino dei girasoli”: a 28enne dose “letale” di un farmaco Pagina Facebook Voce di Strada Profilo Twitter Voce di Strada

Eboli. Sessanta milligrammi di un farmaco, sottratto illecitamente dalla struttura sanitaria, somministrati volontariamente ad un 28enne di Battipaglia affetto da cancro e sottoposto a cure palliative per sedare i dolori forti. Una dose che ha provocato il decesso del giovane, ma che, stando agli accertamenti, avrebbe causato la morte anche di un giovane in buone condizioni di salute. Questa è solo una delle vicende portate alla luce nell’ambito dell’inchiesta che ha coinvolto il personale medico e infermieristico dell’hospice “Il giardino dei girasoli” di Eboli. Questa mattina i carabinieri del Nas di Salerno hanno dato esecuzione ad una ordinanza cautelare, emessa dal gip del Tribunale di Salerno su richiesta della Procura della Repubblica, nei confronti di undici indagati. Uno di loro è finito ai domiciliari. Si tratta di personale in servizio presso l’Unità operativa di Medicina del dolore e cure palliative dell’ospite e presso l’unità di medicina legale in seno al Distretto sanitario 64 di Eboli. Gli undici indagati sono responsabili a vario titolo di truffa ai danni del Servizio sanitario nazionale, peculato, falso materiale, falso ideologico, favoreggiamento personale, violenza privata e omicidio.

L’accusa di omicidio pende sul capo dell’ex dirigente medico della struttura pubblica, di cui l’uomo era a capo fino a due mesi fa. Il 28enne battipagliese era stato in precedenza in cura in un ospedale di Firenze. Le sue condizioni erano poi peggiorate e la famiglia aveva deciso di riportarlo a casa. La struttura lo ha seguito fino al 18 di gennaio di quest’anno, quando è sopraggiunto il decesso. La famiglia credeva si trattasse di morte naturale, ma i carabinieri del Nas di Salerno, su delega della procura, stavano già svolgendo una indagine sulla struttura e sul Distretto 64 di Eboli. I vertici dell’Asl, infatti, qualche tempo prima si erano rivolti ai pm per la sparizione di medicinali dalla farmacia ospedaliera e assenze del personale, nonostante medici e infermieri risultassero sulla carta presenti. I militari dell’Arma, dunque, scoprono attraverso l’ascolto di un colloquio intercettato tra il medico indagato e un collega la morte sospetta. All’indagato l’interlocutore dice “di non avere il coraggio di fare ciò che fa lui”. Da qui, la contestazione di omicidio volontario perché, spiegano gli investigatori, l’uomo “sapeva benissimo che cosa stava facendo”. La Procura ha quindi ordinato l’esumazione del cadavere e incaricato un’equipe di medici legali di eseguire l’autopsia che conferma l’ipotesi degli inquirenti. “I medici legali – spiega il procuratore capo facente funzioni di Salerno, Luigi Alberto Cannavale – hanno attestato e concretizzato che la dose che ha provocato la morte, avrebbe ucciso anche un ragazzo sano. Ma non puo’ parlarsi di eutanasia, perche’ la famiglia voleva solo una terapia di sedazione”. Il medico, come disposto dal gip del tribunale di Salerno Ubaldo Perrotta, è ai domiciliari. (fonte La Città)

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