Capaccio. Ricorso Tari hotel Ariston: la spunta il Comune Pagina Facebook Voce di Strada Profilo Twitter Voce di Strada

Il Comune  chiedeva il pagamento di una somma complessiva di 140.071 euro. 

Capaccio Paestum. Avviso di accertamento Tari, l’hotel Ariston presenta ricorso: la Commissione tributaria provinciale di Salerno lo respinge.

Il Comune la spunta. La struttura alberghiera dovrà versare l’importo dovuto e richiesto dall’ente. La sentenza fa riferimento al ricorso presentato dalla società, che gestisce la nota struttura alberghiera,  lo scorso mese di marzo. E, fa riferimento all’avviso di accertamento Tari relativo all’anno 2016,  emesso dall’Area tributi ed entrate patrimoniali diretta dal funzionario Antonio Rinaldi.  Con il ricorso la società Hotel Ariston ha impugnato l’avviso di accertamento del  15  dicembre  2020, con il quale il Comune  chiedeva il pagamento di una somma complessiva di 140.071 euro. 

Le contestazioni mosse dalla società sono state: inesistenza della notifica a mezzo  Pec,  poiché l’indirizzo Pec del mittente non corrispondeva a quello del Comune impositore; duplicazione della pretesa impositiva Tari 2016  già oggetto di giudizio pendente; impossibilità di mettere in esecuzione un titolo non ancora definitivo,  in quanto oggetto di lite pendente; difetto di motivazione dell’atto impugnato ed omessa  indicazione delle  fonti normative poste a sostegno della pretesa.

Per queste motivazioni, la società  ha chiesto l’annullamento, previa sospensiva, dell’atto impugnato con  vittoria di spese e competenze di lite, con responsabilità aggravata di controparte. Il 22 aprile 2021 è stata  accolta la richiesta di sospensiva. Il 14 giugno si è costituito in giudizio il Comune presentando le proprie controdeduzioni accolte dalla Commissione tributaria provinciale. “ Lo stesso contenuto del ricorso e le pregresse vicende giudiziarie dimostravano che la ricorrente ha avuto piena contezza – si legge nella sentenza –  delle ragioni poste a base della pretesa”. La Commissione ha concluso per  il  rigetto del  ricorso in quanto “  appare manifestamente infondato e deve quindi essere respinto”. Con riferimento alla presunta duplicazione della pretesa “pare evidente che nessuna duplicazione si è mai verificata”, precisa la sentenza. I giudici hanno ritenuto infondate tutte le eccezioni sostenute dalla società ricorrente condannata anche al pagamento  in favore del Comune di Capaccio delle spese di lite. Tra ricorsi e controricorsi, intanto,  continua la querelle tra il Comune e la società hotel Ariston. Riguardo l’annualità 2020, la società infatti,  ha proceduto ancora con un altro ricorso contestando la somma di 108.000 euro.

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