Roccadaspide. Indagini a 360 gradi sull’attentato messo a segno questa notte nella frazione di Tempalta, ai danni della ditta di trasporti Santomauro. I carabinieri della compagnia di Agropoli hanno raccolto le testimonianze dei proprietari ed effettuati i rilievi scientifici alla ricerca di tracce ed elementi, che possano ricondurre al responsabile del raid.
Dai primi accertamenti è emerso che è stato collocato un ordigno esplosivo, imbottito di chiodi di ferro, nel piazzale destinato alla sosta dei pullman. Almeno tre i mezzi danneggiati dalla deflagrazione. I danni per l’azienda sono ingenti considerato anche il fatto che inevitabilmente è compromesso anche il servizio di trasporto.
Sul posto una pattuglia del nucleo operativo radiomobile della compagnia di Agropoli agli ordini del capitano Fabiola Garello. Da quanto riferiscono i proprietari, nei giorni antecedenti all’attentato, non hanno ricevuto nessuna forma di minaccia o richieste di alcun genere. L’ordigno è stato collocato nello spiazzale a pochissima distanza dalla palazzina dove vive la famiglia Santomauro, che è stata svegliata di soprassalto alle prime ore di questa mattina. Un boato avvertito da tutto il vicinato.
“Abbiamo sentito questo rumore assordante – racconta un vicino di casa- ci siamo spaventati. Abbiamo pensato che si trattasse di uno scoppio di una bombola. Non siamo più riusciti a dormire con il pensiero che fosse accaduto qualcosa di brutto. Ci dispiace molto per la famiglia Santomauro non riusciamo proprio a capire perché accadano simili episodi”.
Le indagini dei carabinieri sono in corso per risalire all’identità del responsabile di questo grave atto criminale ai danni di una famiglia molto nota nella cittadina di Roccadaspide. Appena tre anni fa nel mese di settembre del 2018 la società di trasporti Santomauro è stata vittima di un altro attentato. In quella occasione fu incendiato un autobus nella contrada Tempalta . Il bus era fermo da circa sei mesi all’interno di uno spiazzale probabilmente in attesa di essere rottamato. Ignoti diedero fuoco al mezzo già non utilizzato da tempo. Anche in quel caso si trattò di un raid di matrice dolosa.