Capaccio. Simulazione di reato: assolto Antonio Rinaldi Pagina Facebook Voce di Strada Profilo Twitter Voce di Strada

L'ex comandante della polizia municipale aveva denunciato la sparizione di alcuni fascicoli

Capaccio Paestum. Assolto con formula piena perché il fatto non sussiste. Dopo otto anni di processo arriva la sentenza del tribunale di Salerno per l’ex comandante della polizia locale, Antonio Rinaldi. L’attuale dirigente dell’ufficio Tributi ed Entrate Patrimoniali era accusato di “ simulazione di reato” per “aver falsamente denunciato l’ammanco di fascicoli riguardanti indagini di polizia giudiziaria”.

La vicenda giudiziaria ha inizio nell’aprile del 2013 quando Rinaldi fu trasferito ad altro incarico essendo coinvolto in un’indagine avviata nell’ottobre del 2012 dalla Procura di Salerno. “Indagini che si sono poi ampiamente concluse – afferma Rinaldi –  con il venir meno del motivo che aveva causato il trasferimento. In quanto in data 17/02/2016 c’è stata la richiesta di archiviazione, del pubblico ministero. Poi si sono succedute una sequenza di altre assoluzioni con formula piena”. Il tutto nasce dalla denuncia della mancanza di alcuni fascicoli dal comando di polizia locale, dove Rinaldi svolgeva, prima del trasferimento, la sua attività. Il primo agosto del 2013 è stato convocato per consegnare l’arma di ordinanza. Le chiavi dell’ufficio de comando vigili le aveva già consegnate a novembre 2012. “Entrato in ufficio – racconta Rinaldi – feci notare che mancavano diversi faldoni dai mobili contenenti atti di indagini delegate dall’autorità giudiziaria. Lo stesso pomeriggio, tornato a casa, relazionai alla Procura della Repubblica circa l’accaduto. La relazione che scrissi non era una denuncia, bensì un modo per tutelarmi in quanto si trattava di documentazione attinente ad indagini delegate dall’autorità giudiziaria che, in qualche modo, poteva essere stata oggetto di lettura da parte di persone non autorizzate”. L’accusa per Rinaldi, difeso dall’avvocato Michele Sarno, da parte del pm fu che “aveva falsamente denunciato la scomparsa di fascicoli dall’ufficio”. Per questo motivo nell’anno 2015 fu rinviato a giudizio con l’ipotesi di reato “simulazione di reato “ . Dopo sei anni il processo, e dopo otto anni dai presunti fatti, si è giunti all’assoluzione “perché il fatto non sussiste”. Questa per Rinaldi è la quinta assoluzione con formula piena dopo l’archiviazione nel 2016 dell’indagine che ha portato al trasferimento temporaneo. Tra le indagini contenute nei fascicoli quelle relative ad alcune demolizioni di opere abusive e accertamenti sul possesso dell’agibilità per le attività nell’area archeologica.

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