Castelnuovo Cilento. Il senatore di Fratelli di Italia Antonio Iannone ha interrogato il Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare sulla realizzazione del progetto per la costruzione di un impianto di compostaggio della frazione organica dei rifiuti. “La Regione Campania- scrive Iannone- avrebbe messo a disposizione del Comune all’incirca 11 milioni di euro; da organi di stampa si apprende che il mega impianto, ideato per la raccolta di all’incirca 30 tonnellate di umido, dovrebbe essere realizzato lungo la superstrada “430” tra l’uscita di Vallo scalo e quella di Vallo della Lucania, in un’area limitrofa al parco nazionale del Cilento e interesserebbe anche le aree dei paesi di Casal Velino, Salento e Vallo della Lucania, che, assieme al comune di Castelnuovo Cilento, dovrebbero esprimere i loro pareri alla conferenza per la valutazione di impatto ambientale; la progettazione dell’impianto avrebbe creato una forte preoccupazione negli abitanti che ancora continuerebbero a protestare, spaventati dai danni che l’attività potrebbe arrecare alla loro salute, all’ambiente, all’economia turistica della zona e all’agricoltura di qualità selezionata, molto fiorente nella zona; per tale ragione, sarebbero stati costituiti dei veri e propri comitati di protesta al fine di bloccare la realizzazione dell’impianto; da ultimo, attraverso fonti giornalistiche, si apprende che anche le amministrazioni dei Comuni citati avrebbero espresso pareri contrari: in particolare, il sindaco di Salento avrebbe espresso, per mezzo di una delibera, la sua ostilità all’impianto, sostenendo che il sito potrebbe gravemente compromettere tutta l’area interessata; nonostante il malcontento dei cittadini, invece, il sindaco di Castelnuovo Cilento sarebbe intenzionato a non arretrare, affermando la totale assenza di rischi per la salute degli abitanti, si chiede- conclude il senatore Antonio Iannone– di sapere se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza dei fatti esposti e quali urgenti iniziative intenda porre in essere al fine di tutelare le aree di pregio ambientale ricadenti nel parco nazionale del Cilento da possibili conseguenze negative del progetto, evitando il rischio di un danno ambientale, anche alla luce della vocazione turistica dell’area nonché della necessità di salvaguardare la salute delle comunità locali”.
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