Amministratori locali, Campania seconda regione per atti intimidatori Pagina Facebook Voce di Strada Profilo Twitter Voce di Strada

L’anno 2020 è stato caratterizzato da una pandemia senza precedenti che ha generato, tra lockdown, divieti e restrizioni, notevoli mutamenti sociali ed economici. Il perdurare dell’emergenza, cui si accompagna l’indebolimento delle condizioni economiche di vita, specie per le fasce più deboli della popolazione, ha inaspritole potenziali situazioni di attrito con gli amministratori locali dai quali i cittadini attendono risposte concrete e risolutive, in quanto rappresentanti delle Istituzioni a loro più vicini. Il presente documento di analisi è stato elaborato dal Servizio Analisi Criminale della Direzione Centrale della Polizia Criminale1 presso il Dipartimento della Pubblica sicurezza, sulla base dei dati forniti trimestralmente dalle Prefetture. Il lavoro svolto consente di far emergere un quadro della situazione relativa agli atti intimidatori nei confronti degli amministratori locali aderente all’attuale realtà del fenomeno criminogeno che investe tutta la nazione, nella consapevolezza che alcuni dati, in particolare quelli relativi all’anno 2020, sono ancora operativi e, pertanto, suscettibili di successive variazioni. L’analisi dei dati mostra per l’anno 2020 una lieve diminuzione rispetto all’analogo periodo del 2019, evidenziando un leggero aumento del fenomeno in Campania, specie nella provincia di Napoli. L’elaborato, partendo dalla descrizione degli atti intimidatori, affronta i vari aspetti del fenomeno con l’analisi statistica a livello nazionale e regionale, distinguendo i vari “atti intimidatori” in relazione all’incarico ed alla matrice anche di criminalità organizzata. Le intimidazioni costituiscono una realtà particolarmente complessa che richiede un’azione sinergica di tutte le Istituzioni preposte in quanto questo fenomeno continua a manifestarsi sul territorio in maniera indistinta da nord a sud, dalle metropoli ai piccoli paesi di provincia. I numeri che emergono dall’analisi, oltre a far comprendere la dimensione di questo pericoloso fenomeno, evidenziano anche il numero degli amministratori che con coraggio, hanno scelto di denunciare, riponendo fiducia nell’operato delle Istituzioni e delle Forze di polizia.

Modus operandi

Il modus operandi relativo al fenomeno degli atti intimidatori nei confronti degli amministratori locali si sostanzia principalmente in atti fisici, verbali o danneggiamenti ma che nella sua evoluzione, adeguandosi alla realtà che stiamo vivendo, si sostanzia sempre più frequentemente attraverso l’uso di social network, canali web e informazione on-line. La maggior parte delle intimidazioni avviene mediante danneggiamenti di beni privati o pubblici, seguiti da minacce verbali o scritte, missive anonime, e, infine, con minacce/offese attraverso i social network. E’ proprio questa ultima modalità a rendere più semplice e veloce l’intimidazione, che, a portata di click, consente a chiunque di porre in essere una condotta minatoria, offensiva o diffamatoria nei confronti di un amministratore locale.

La seguente tabella riporta il numero complessivo2degli atti intimidatori commessi negli anni 2013-2020, suddivisi per regione:

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L’esame dei dati relativi all’anno 2020 in cui si sono verificati 623 atti intimidatori, consente di rilevare una diminuzione del 4,7% rispetto all’anno 2019 in cui si erano registrati 654 episodi. La regione che ha segnalato il maggior numero di atti intimidatori è stata la Sicilia con 73 eventi criminosi rispetto agli 84 dell’anno precedente, seguita da Campania (68), Lombardia (65), Puglia (61), Calabria (51), Emilia Romagna (51) Lazio (40), Piemonte (32) Sardegna (31) e Veneto (31).

Leggi qui il report 2020

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