Scafati, Equitalia batte cassa: lui è in carcere Pagina Facebook Voce di Strada Profilo Twitter Voce di Strada

Scafati. L’Agenzia delle Entrate gli invia un’intimazione di pagamento di 1 milione e mezzo di euro per debiti “vecchi” di oltre dieci anni. Lui è in carcere ma vuole rifarsi una vita “pulita” insieme alla fidanzata che è incinta. Lo Sportello Stac prende in carico un altro importante caso, il responsabile Pentone spiega: “Stiamo già verificando attentamente l’intera documentazione”. Attualmente si trova in carcere a Pescara per vicende non legate ai presunti debiti con l’Agenzia delle Entrate Riscossioni. Ha 42 anni ed alcune settimane fa gli sono arrivate una serie di cartelle esattoriali ed un’intimazione di pagamento riferita ad oltre dieci anni fa, per un importo di 1 milione e mezzo di euro. Una documentazione che ha fatto cadere letteralmente nello sconforto l’uomo, le cui iniziali sono C. M., anche in considerazione del fatto che l’attuale fidanzata è incinta e vuole crearsi una famiglia, risolvendo ogni questione aperta con la Legge. È per questo motivo che si è rivolto allo Sportello Tutela Aziende e Cittadini di Scafati.
“Si è rivolto a noi – spiega il responsabile di Stac, Francesco Antonio Pentone – spiegandoci che, in realtà, questi debiti sono stati contratti da un suo zio, per mano di un’attività dove lui era nominato amministratore, ma di fatto non ha mai gestito. Da una verifica più approfondita, addirittura i debiti totali a suo carico supererebbero i 2 milioni e mezzo di euro”.  Una vicenda che, con molta probabilità, finirà in Tribunale. Lo Sportello Tutela Aziende e Cittadini, infatti, ha intenzione, come da accordi con C.M., di contestare buona parte dei crediti vantanti dall’ex Equitalia. “Questi tipi di debiti di natura fiscale – continua Pentone – si prescrivono in dieci anni. Considerando, quindi, il periodo di riferimento, speriamo nella mancata esibizione di atti interruttivi, anche in virtù del fatto che nel corso degli anni l’uomo ha cambiato più volte residenza. È per questo motivo che, insieme al nostro legale di riferimento abbiamo intrapreso tutto l’iter per contestare l’intimazione di pagamento ricevuta“.

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