Capaccio Paestum. Non c’è pace per i corsi d’acqua nella Città dei Templi, ostaggio di inquinatori senza scrupoli, che li utilizzano a mo’ di pattumiera. In questi ultimi giorni, nel mirino di questi balordi, è finito Capodifiume. Fiume, che sgorga alle radici del Calpazio, nella pianura pestana reiterando nella ritualità il culto che fu di Era/Demetra e Persefone.
Il corso d’acqua è diventato pubblico sversatoio di materiali, che compromettono la salubrità delle acque e dell’ambiente. Senza contare che gli sversamenti raggiungono, inevitabilmente, il mare. A segnalare l’ennesimo stato di inquinamento è il gruppo “Ambiente e territorio Capaccio Paestum” che, da tempo, effettua attività di monitoraggio ambientale. Le ultime risultanze analitiche delle analisi condotte su un campione di acque del Capodifiume, prelevate da Emanuele Cavaiolo, non sono confortanti. “Non siamo messi bene – fanno sapere dal gruppo ambientalista – le analisi dimostrano un discreto inquinamento microbiologico e scarsa presenza di nitrati. Quello che preoccupa non sono tanto gli escherichia coli ( 540 Ufc/100ml) e streptococchi fecali ( (304 Ufc/100ml) relativamente contenuti, ma i coliformi totali. Una cosa è certa, più materiale fecale è presente nell’acqua più è alta la concentrazione di indicatori: esiste un rapporto tra concentrazione di indicatori e particolari patogeni. In buona sostanza, più alta è la concentrazione di patogeni più alta è l’incidenza di contrarre malattie nelle persone che vengono a contatto”. Lo sversamento di queste ultime ore è solo l’ultimo in ordine di tempo. Appena due settimane fa nel corso d’acqua si è riversata un ingente quantitativo di materiale schiumoso. Un manto bianco ha ricoperto la superfice dell’acqua ha attraversato il fiume, che sfocia a Licinella, per poi confluire a mare. Sono stati almeno tre in queste ultime due settimane i fenomeni di inquinamento registratisi nel fiume causati da sversamenti abusivi provenienti, per la maggior parte, da aziende zootecniche ed allevamenti. Diverse le associazioni e comitati attivi sul territorio sul fronte ambientale. Proprio per discutere di questa grave problematica, nei giorni scorsi, l’amministrazione del sindaco Franco Alfieri ha incontrato il Comitato “Non inquino la mia terra” di Capaccio Paestum. Il Comitato ha chiesto l’istituzione di una Consulta ambientale, al fine di supportare il consiglio comunale nella definizione di piani programmatici ambientali e pianificazione territoriale. È stata chiesta anche una valutazione d’incidenza per avere contezza (ad oggi sono censiti circa 25.000 capi bufalini) di quanti allevamenti, caseifici, aziende agricole ed impianti a biomasse insistono sul territorio, per verificare il loro impatto ambientale.