Battipaglia. Sul volto del bimbo è tornato il sorriso. E pure su quello di mamma e papà. Trentasei ore dopo, il piccolo di quindici mesi che aveva ingurgitato un pezzo d’hashish del padre è sveglio e risponde alle stimolazioni dei medici. Tra le mura del reparto di rianimazione pediatrica dell’ospedale “Santa Maria della Speranza” di Battipaglia, lo spavento del sabato più lungo di sempre lascia il posto alla gioia della domenica. E nella sala azzurra di via Fiorignano, dopo la grande paura, c’è spazio anche per un rasserenante quadretto familiare: i genitori sono insieme al loro piccolo, col cuore diviso tra il rimorso per ciò che è accaduto e la felicità per quel che s’è scongiurato. «La prognosi resta riservata», dicono i medici dell’Unità ospedaliera di anestesia e rianimazione, diretti dal primario Raffaele D’Amato, ma è una prassi precauzionale: il bimbo di Mariconda sta meglio. C’è un filo diretto tra lo staff del “Santa Maria della Speranza’’, guidato da Mario Minervini, e i colleghi del “San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona” di Salerno, coordinato da Giuseppe Longo: i medici dell’ospedale battipagliese descrivono accuratamente il quadro clinico del piccolo ai colleghi di via San Leonardo, che nella serata di venerdì avevano prestato le prime cure al bimbo salernitano. (La città)
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